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COME SPIEGARE AI GIOVANI CIO' CHE LI ASPETTA





Domanda:

Come possiamo spiegare ai giovani, in modo chiaro e convincente, ciò che un prossimo futuro ha in serbo per l'umanità e qual'è il significato profondo di ciò che ci aspetta?


Cominciate col dire ai giovani che non succederà proprio niente. I giovani si immaginano che possa accadere una guerra, un cataclisma o che la Luna precipiti sulla Terra. I timori e le paure fanno parte della natura umana, soprattutto quando ci si avvicina a questi periodi di fine secolo in cui si verificano tanti cambiamenti e vengono a galla tante cose fino allora nascoste. Quando la "giustizia" si avvicina, emergono infatti tutti i timori ancestrali.

Di conseguenza, coloro che non hanno fede a sufficienza o non possiedono un distacco nei confronti della morte, cominciano ad essere presi da grandi timori. Se vogliamo aiutarli a superare questa condizione, dobbiamo innanzitutto istruirli sulla vera realtà dei fatti, spiegare cos'é la morte ed i processi che l'accompagnano. La sua necessità e la successiva rinascita.

Ciò su cui bisogna puntare non è tanto il fatto di essere tra i sopravvissuti di un'eventuale guerra o cataclisma. E' solo dando un significato a questi fenomeni che riuscirete a donare, a chi li teme, la tranquillità di cui hanno bisogno.

Si dovrebbe insegnare come lasciare il proprio corpo?


Se si insegna alle persone a lasciare il corpo (non a morire) nel modo migliore, li si aiuta anche a vivere meglio. E' proprio insegnando come andarsene da questa terra che li si aiuta, e molto, a vivere meglio i giorni restanti. Questo è il motivo per cui Gesù ha affermato: "Chi vorrà mantenere la propria vita, la perderà". Infatti chi, a tutti i costi, vuole restare attaccato alla vita, scatena automaticamente una reazione di morte, mette in atto un sistema di azione e di reazione che implica la morte.

Voler mantenere la vita fisica è un istinto che viene dal corpo. E' un istinto utile poiché, grazie ad esso, gli uomini lavorano per vivere a lungo e possono così migliorare il proprio sviluppo ed il destino futuro. Se non vi fosse questo istinto l'uomo considererebbe il proprio corpo come una cosa vecchia e non sarebbe affatto motivato ad affrontare tutte le prove che lo aspettano ed i doveri a cui deve adem- piere.

Non bisognerebbe mai confondere gli istinti propri della natura animale e le motivazioni che fanno parte dell'anima umana. Purtroppo, quando un uomo non è abbastanza solido a livello spirituale, viene completamente assorbito dagli istinti animali. Qualunque animale possiede l'istinto di sopravvivenza e cerca di proteggersi. E' infatti stupefacente vedere come alcune specie animali abbiano sviluppato dei mezzi di protezione che superano di gran lunga la capacità e la  fantasia degli uomini.

Quello che bisogna comprendere è il fatto che la cosa più importante non è la sopravvivenza ma la "liberazione". Non voglio fare il venditore dicendovi: "Non inquietatevi se perdete il corpo fisico, così abbellite la vostra anima e vi guadagnerete le vostre possibilità." No, non ne ho nessuna intenzione, semplicemente vi dico, che se il vostro grado vibrazionale, quindi il vostro piano di coscienza, sarà suf- ficientemente sviluppato, qualunque cosa avvenga non avrete proprio nulla da te- mere.

Perché aver paura di una catastrofe, perché? Niente è catastrofico. Tutto dipende da quale mondo appartenete. Se i vicini del piano di sotto si picchiano, non vi sentite certo colpiti, non soffrite al loro posto; è una cosa che non compete a voi, compete ad un altro. Così se il mondo dovesse crollare sarà il vostro mondo che crolla? No, sarà il mondo degli altri.

E' comunque assai difficile rimuovere la paura perché lo stesso ragionamento non trova più spazio all'interno dello spirito di coloro che ne soffrono. L'unica soluzione sarebbe il confronto con l'oggetto stesso della paura, riuscire a prenderne coscienza. La paura della morte dovrebbe essere eliminata perché, quando si sarà disposti a morire con un sorriso, non vi saranno più problemi da temere.

A che serve sopravvivere se non si serve a qualcosa?


Non sto facendo questo discorso per annunciarvi che la morte è vicina. Per niente. Comunque se vi dovesse capitare, non sarebbe forse bello morire assieme a chi muore pieno di paura? Morire con loro, sullo stesso loro terreno, cercando fino all'ultimo momento di dar loro la fede e la fiducia. A cosa sarà servito sopravvivere se non si è serviti a qualcosa? Servire: questa è la vera sopravvivenza. Chi dona la propria vita, la conquisterà. I primi saranno gli ultimi e gli ultimi saranno i primi. Queste sono le cose che dovreste meditare se volete degnamente vivere questi nostri tempi.

La morte è poca cosa. So che tutte le guide, tutti i Maestri, vi hanno già detto queste parole, non per questo, comunque, la morte viene vista in modo diverso. Si muore sempre allo stesso modo. Pertanto se l'uomo teme la morte dovrebbe darsi da fare per trasformare il suo spirito, per cessare di essere "un mortale". L'uomo, invece, vuole conservare la propria vita fisica a tutti i costi, vuole stare lontano dalla malattia ed inventa perciò vaccini e tanti espedienti terapeutici per conservare la vita più a lungo possibile.

Una legge afferma che le forze contrarie si annullano tra loro. Chi vuole conservare la propria ricchezza immancabilmente si ritroverà a rinascere povero. Sono queste leggi che agiscono. Vivete nel mondo giusto senza preoccuparvi sul come salvarvi da una catastrofe, sarà Dio stesso che vi salverà.


(Maestro Pastor, Conferenza 06.12.86)









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